1. |
Azrael
04:31
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Azrael alla mia ingenuità
Poggia quassù la sua mano
E’ caro lo sai, compagno per te
Non toglie quassù la sua mano
E sfugge l’idea, di quello che ha nel suo pugno
In bilico su un’idea instabile
Nel vuoto che ormai ti assale
Amico lo sai ti accompagnerà al tuo fato
In sogni vani, in posti oscuri
Li ti incontrai è il tuo regno
E li attraverserò, spazi di luce e no
Curiosi esseri, miliardi atomi,
di sole io vivrò , vincente e libero,
in un riflesso di rumore unico
Azrael, mio fedele amico, lascia che sia immortale
E giungi con me, a fino canto, e rompi così, il tuo gioco
Ma infine lo so, non perderò mai, il tuo fiato.
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2. |
Giuda
06:11
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Quel soffio sulla pelle che mi catturerà
Pelle, di un serpente, sulle squame il mio dolor
La brezza di una speranza, nelle viscere impiantò
Il seme, dell’ingrata, tristezza che io amò
Incombe, attraente, la figura tua che fu
Danza, conturbante, sulla tomba che scavò
Chiedi pietà, non l’avrai
In fetide vie vagherai
L’alba che rischiarirà
Scopri da solo chi sei
Nella notte, sospesa, il fato mi trovò
Il corpo, mio disteso, infine massacrò
Chiedi pietà, non l’avrai
In fetide vie vagherai
L’alba che rischiarirà
Scopri da solo chi sei
Chiedi pietà, non l’avrai
Solo per sempre sarai
Gli odi che navigherai
Scopri da solo chi sei, io so chi sei, io so chi sei
Giuda, giuda, giuda
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3. |
L'essenza
04:20
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Di una magica eleganza è vestita l’arroganza
Che una mente assai cosciente indossa fredda e indifferente
Una luce fioca illumina il cammino di chi spera
In una vana sensazione folle brivido e stupore
Ma la fede in un movente spinge masse all’indecente nullità
Note di dolore in una finta ostentazione
Di un potere universale che ci spinge a farci male
Ma la fede in quel movente spinge sempre quelle masse a fingere…
Sia come sia
E’ come un respiro che si taglia come un filo
Di banalità
Mi prende per la mano e mi porta dove nulla
È umanità
E’ facile confondersi nella volgarità
E’ abile difendersi difendersi
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4. |
Il ricordo
04:11
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Non ti ricordi più ma eravamo noi
Di vento e malinconia quei vuoti dentro me
Voci sentite, sei tu? Sei tu?
Lasciami andare, non ce la faccio più
Vorrei soltanto vedere, quell’immagine che tu
Vorrei soltanto sentire un contatto tra di noi
Vorrei soltanto odorare, quell’ebbrezza che mai più
Potrò navigare, potrò afferrare
Violenta vertigine, si annida dentro me
Risveglia ed amplifica quel vuoto che mi dai
Memorie di un tempo che, di sguardo sfamerei
Sguardo che dimentico, e per questo morirei
Vorrei soltanto vedere, quell’immagine che tu
Vorrei soltanto sentire un contatto tra di noi
Vorrei soltanto odorare, quell’ebbrezza che mai più
Potrò navigare, potrò afferrare
E passa il tempo e scorre il giorno
Incide il segno sul mio petto
Sospeso e immobile, il rosso alle caviglie che, di caldo bagna il grigio ormai,
freddo corpo steso che, non pensa più a ridere.
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5. |
L'ultimo atto
07:23
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Il vuoto mi affollava già
Di districate linee e guai
Non senti che fetore fa
Quel che lui grida e ingurgita
Ma poi.. poi
Bolle il sangue in testa ormai
La dignità è lontana dai
Ed intubato già lo sei
Ad una madre plastica
Ma poi… poi
Calma, scivola, sull’olio, oceano
La mente interseca fragranze di libertà
In volo sprigionerà splendente gestualità
L’aria magnifica rischiara l’anima
In volo sprigionerà splendente gestualità
In un solo atto, di lucente euforia,
rivolse verso se stesso questa infinita libertà,
guadagnata col sudore, e in un lampo cessò di esistere,
in un solo atto, un solo folle atto.
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